sabato 28 dicembre 2019

FESTE NATALIZIE - COME SOPRAVVIVERE




Stress da Natale
Le corse ai regali, le riunioni familiari, lo stop dal lavoro, la voglia di riposo: un mix esplosivo che può far aumentare la tensione sotto il peso delle aspettative. Infatti spesso, proprio il Natale, diventa il palcoscenico in cui mettere in scena la propria ospitalità, che spinge a dover dimostrare qualcosa a livello familiare e sociale.

Il Natale è un momento legato alla tradizione, che riunisce la famiglia e che di solito ha abitudini consolidate su più generazioni. Diviene quindi il pretesto per esprimere un senso di appartenenza che si esplica nei suoi rituali. 

La quotidianità viene perturbata da abitudini diverse che diventano caratteristiche del periodo natalizio. L’ansia si genera dal doversi conformare a tali riti anche se si discostano da abitudini più personali. Ma proprio per l’unicità di questo periodo, che ricorre una volta l’anno, si mettono da parte le proprie remore e ci si concentra sulla tradizione e su tutto quello che comporta: "d’altronde una volta l’anno si può fare lo sforzo".

Oltre alle riunioni familiari, è il momento dei buoni propositi e dei bilanci di fine anno: l'ansia aumenta proprio perchè iperinvestiamo in qualcosa che è inusuale rispetto al resto dell’anno. 
Infatti se si è abituati ad accogliere nella propria casa amici e parenti, non ci si spaventerà certo di farlo a Natale. Ma i ritmi odierni, spingono sempre di più verso stili di vita più solitari, in cui la convivialità diventa un ulteriore impegno che si aggiunge a quelli quotidiani e per questo, messa da parte.

Per questo il Natale riveste un’importanza che va ben oltre il significato religioso e diviene un appuntamento fisso di incontro in cui concentrare una vita familiare o sociale frammentata.

Non dimentichiamo poi, che oggi l’aspettativa sul Natale aumenta la sua complessità, anche perché si deve confrontare con la realtà di famiglie allargate, genitori separati, famiglie monoparentali, che utilizzano questo periodo per mostrare una pseudo-normalità che trova ancoraggio nella tradizione.

Inoltre queste riunioni familiari possono diventare l’occasione per affrontare questioni irrisolte, che non trovano uno spazio nella vita di tutti i giorni.

E poi c’è la corsa ai regali che diventa un ulteriore motivo di stress, più che un piacere: si ha poco tempo e, in quel poco tempo, si deve trovare il regalo giusto, al prezzo giusto. Ciò può generare una frustrazione dovuta al peso che vogliamo dare a quel regalo, che invece di essere un dono, diviene un modo per dimostrare qualcosa di noi stessi.

Inoltre spesso ci può essere un’aspettativa legata al riposo, ma la frustrazione sale quando il calendario diviene fitto di impegni e reunion.

Consigli per sopravvivere alle feste natalizie
Io direi che il segreto per vivere un Natale meno stressante è uscire dal vincolo di tradizioni familiari transgenerazionali rigide, per riscoprirne altre che fanno emergere i reali bisogni, e che creano nuove abitudini natalizie.
Passiamo il Natale con chi vogliamo invece di rispettare una tradizione che non sentiamo nostra e che comporta stress. La tradizione si può esprimere in mille modi, magari più confacenti al nostro stile di vita: mediamo tra passato e futuro.

Sicuramente può aiutare ritrovare il vero spirito del natale, cercando di viverlo in maniera autentica, e cercando di fare solo ciò che ci si sente di fare, senza inutili imposizioni e passandolo con le persone affettivamente vicine, che siano o no familiari.
Certo può capitare di non riuscire a mediare tra nuovi e vecchi schemi familiari. In tal caso è meglio prendere posizioni più nette: magari partire per staccare con tutto, per vivere un natale diverso e lontano dallo stress.

E poi ricordarsi che le riunioni familiari possono essere fatte non solo a Natale e che il Natale non è il pretesto per affrontare questioni familiari irrisolte. Questo abbasserebbe di molto lo stress legato a questo periodo.

Per quanto riguarda i regali, dovremmo farli solo a chi lo desideriamo davvero e magari darci un budget per tutti, rendendolo un gesto simbolico e mirando al fatto che siano emotivamente adeguati e non solo costosi.

E poi ricordiamoci che non deve essere tutto perfetto, ma svincoliamoci dalle aspettative e cerchiamo di organizzare qualcosa in collaborazione, nel vero spirito del Natale, senza sovraccaricarci e senza dover dimostrare nulla, con il semplice scopo di viverlo in armonia.

Se riusciamo a farlo, anche i nostri figli potranno beneficiare di un momento di condivisione e di incontro, che non sia solo consumistico.




giovedì 19 dicembre 2019

IL BURNOUT PUO' UCCIDERE. ECCO COME DIFENDERCI.

Lo Stress da Lavoro a lungo andare conduce al Burnout, un vero e proprio esaurimento delle risorse psicofisiche.


In questi giorni ha destato scalpore il caso di Caterina Glorioso, militare di 30 anni, trovata morta nei bagni della stazione della metro A Flaminio di Roma. 

Non si conoscono i motivi di questo gesto estremo, ma ci sono dati che ci dicono che i suicidi tra le forze dell'ordine sono in aumento, sia in Italia che in altri paesi europei. 

Tra il 2010 e il 2018 ci sono stati ben 252 casi di suicidio. Nel 2019, a fine settembre, sono stati registrati 46 casi ancora in aumento. 
Tra le cause individuate, ci sono la depressione e la sindrome di burnout relativa a turni pesanti e all’ aumento degli impegni, richiesto agli agenti per la sicurezza collettiva.


In effetti, non solo in campo militare, lo Stress da Lavoro è una vera e propria emergenza, tanto da essere considerato dall’OMS come una malattia nel vero senso della parola. 
Nello specifico si usa il termine Burnout, che fino ad oggi è stato utilizzato solo nel campo delle professioni di aiuto, per indicare un forte stress emotivo legato alla frustrazione di non ottenere i risultati sperati, nonostante le buone pratiche. E' un logorio psicofisico ed emotivo, con vissuti di demotivazione, di delusione e disinteresse con concrete conseguenze nella realtà lavorativa, personale e sociale dell’individuo. 
Questo concetto può essere anche preso in considerazione in un contesto lavorativo generico in cui il senso di frustrazione sale, in relazione al senso di ingiustizia percepita e allo stress correlato al lavoro, non vissuto come gratificante. 

Oltre ai parametri clinici generici per individuare i sintomi del Burnout, non c’è un metro oggettivo che valuta la condizione in cui si possa innescare: è sempre una percezione soggettiva, determinata da come il soggetto interessato vive il contesto professionale, quale emozioni mette in campo e quanto di sé investe in quel lavoro. Capiamo bene che da questi elementi si strutturano aspettative, riconoscimenti, definizione di parti di sé che potrebbero non trovare conferma nella posizione lavorativa coperta. 
E questo si può verificare anche nella perdita del lavoro, vissuta come frustrazione estrema che porta ad un senso di fallimento generalizzato a tutti i contesti di vita.

VEDIAMO COSA FARE IN CASO DI BURNOUT

6 strategie per fronteggiarlo: 

1. Sicuramente cercare alleati nel contesto lavorativo, non isolarsi. Ciò aiuta a ridimensionare la frustrazione e non sentire il senso di solitudine e di ostracismo;

2. Inoltre è molto utile affidarsi alla rete relazionale in cui si è inseriti e cercare sostegno in essa. Trovare il modo di comunicare ciò che si prova, non soltanto per non sentirsi soli, ma anche e soprattutto per avere un confronto obiettivo e consapevole, che faccia sentire l’interessato compreso e che le reazioni che sente, non sono esagerate;

3. Cercare un modo di trovare un beneficio nel lavoro percepito come logorante: un benefit o comunque qualcosa che abbia un effetto compensatorio. Infatti se si esce dalla logica della frustrazione e si percepisce ciò che il lavoro regala di gratificante, si abbassa il livello di stress, pur se le dinamiche primarie rimangono scoraggianti;

4. Un altro modo per fronteggiare il Burnout è diversificare, non impegnando tutte le proprie risorse in quel lavoro frustrante, ma investire in altri contesti più gratificanti e che comunque definiscono parti di sé importanti;

5. Dedicare almeno una mezz'ora al giorno alla meditazione. Abbassa i livelli di esaurimento, riduce il tasso di assenteismo, incrementa la concentrazione;

6. Infine non vergognarsi di quello che si sta vivendo e rivolgersi ad un professionista può aiutare a cambiare diametralmente prospettiva sia nel lavoro che al di fuori. 



IL FLOP DELLA SCUOLA A DISTANZA

Stiamo uscendo dal Lockdown dovuto alla pandemia da Coronavirus ed è tempo di bilanci soprattutto per la scuola, che si è trovata, di co...